intorno

omerico, isterico, generico, chimerico, clisterico

Archivi per il mese di “novembre, 2023”

Childhood’s end

Io penso che neppure da adolescente mi comportavo così. A tratti mi viene da ridere e pure da piangere.

Una specie di gioco leggero e quasi inconsistente. Questo il mio punto di vista; dal suo punto di vista, quello di Maria, magari non accade nulla e sto facendo tutto io con la fantasia. Per lei sono solo una specie di amico con cui mostra aspetti che ad altri (forse) non mostra.

Stamattina mi sono avvicinato alla sua postazione, era salita su di uno sgabello, le ho chiesto del colloquio di sabato scorso. Ha preso la mia mano destra tra le sue, tempo fa rimase meravigliata da fatto che ho le mani calde, e poi ha posato la mia mano sulla sua coscia. Tutto questo mentre parlavamo.

Ho sentito il tessuto di jeans sotto i polpastrelli insieme alla consistenza di lei, per qualche attimo e l’ho tolta velocemente per non creare imbarazzo (da parte mia).

Nel corso della mattinata e del pomeriggio ci ho parlato ancora e almeno in un paio di occasioni ha toccato le mie mani.

Probabilmente sono io perverso e ci voglio leggere un comportamento un filino anomalo rispetto a quello corretto e formale tra amici, soprattutto se di sesso diverso.

Se penso all’età che ho e queste cose e le mie considerazioni mi fanno sentire sciocco.

I’ve been thinking about you

Sono restio ad augurare il buongiorno a Maria il sabato o la domenica quando non ci vediamo. Qualche volta lo faccio. Lo ammetto.

Stamattina, con un po’ di sorpresa e tanto piacere, ho trovato sul cellulare il suo buongiorno con una frase sul fatto che oggi è stata una giornata uggiosa.

Ha pensato a me.

Questa sera son uscito per fare la spesa e veniva giù neve mista ad acqua. Ho pensato di scriverlo a Maria. Arrivo nel supermercato e quando tiro fuori il cellulare dalla tasca trovo un suo messaggio in cui mi dice che da lei nevica.

Ha pensato a me.

Punto.

Repulsioni

Ci sono cose del lavoro che non sopporto più. Tendo a procrastinarle fino al limite, fino all’ultimo istante concesso.

Sono stanco di ripetere ogni cazzo di mese le stesse cose da oltre 30 anni. Un circolo vizioso, la migliore parodia del criceto che corre sulla ruota. Probabilmente tanti lavori sono così. Ma non mi interessa. Mi concentro sul mio.

Di contro ogni problema imprevisto che sorge ad alterare il fluire piatto della noia mensile viene da me visto come una inutile rottura e non come stimolo alla ricerca di risoluzione per la mia crescita professionale.

Basta un poco di zucchero?

Va tutto bene, sì. Fisicamente intendo. Tutti i valori emersi dalle recenti analisi sono ottimi. Cosa desidero ancora?

E’ sufficiente che la pressione scenda un po’, i battiti del cuore rallentino un filino e arriva una leggera quanto opprimente sensazione di astenia.

Automaticamente mi tornano alla mente i volti dei due medici ai quali ho detto di stare bene nei mesi scorsi. Da parte mia era solo la constatazione di ciò che provavo in quell’istante.

La loro espressione mi sembrava dire “lo dici tu, ma non ci contare troppo, è ancora presto per affermarlo”

Io allora penso a quanti, prima di me, hanno detto e scritto di stare bene e sono morti (come direbbe Luigi Mercantini)

Seguo con attenzioni gli sviluppi della situazione.

Shame

Ogni giorno accadono cose terribili che mi fanno vergognare di essere uomo.

Non basta dire che io non l’ho mai fatto o non l’ho mai pensato. Non basta.

Ho un senso di impotenza a pensare che certe accadono e non fare nulla per evitarle, quando è possibile.

So da qualche giorno che ci sono problemi nella coppia che è venuta ad abitare al primo piano, quelli che hanno un bimbo piccolo, proprio loro. Litigano rumorosamente e lei è andata dalla vicina a sfogarsi. Lui la maltratta. Lei non lavora. Lui ha la barbetta e la faccia del bravo cristiano. Lei vuole cambiarlo.

Mi vergogno di non aver fatto ancora nulla. Non si può non fare nulla, sentirò i vicini per aggiornarmi sulla vicenda. Mi sembra il minimo.

Prima che sia tardi.

High energy

Una piccola nota a margine. Una battuta che mi concedo anche se non c’è nulla da ridere.

Un dato delle ultime analisi che mi ha sconcertato è il valore del testosterone.

Mai visto così alto. Dopo la fine dell’effetto dei medicinali che lo inibivano è cresciuto a dismisura.

Che spreco.

Empatia

Remo contro di me.

Analizzo minuziosamente i miei difetti caratteriali. Guardo il comportamento di altri uomini e mi sento una specie di marziano. In negativo, ovviamente.

Mi sembra che tutti siamo molto cordiali e pieni di sorrisi, aperti alla conversazione. Io lo faccio solo per gli aspetti strettamente inerenti il mio lavoro.

Per il resto mi chiudo a riccio. Sento di peggiorare con il tempo.

Avrei bisogno di una carezza che non arriva. Non faccio nulla per meritarla, forse.

Sweetness

Ieri al ristorante ho incontrato, dopo almeno 35 anni, un vecchio compagno di scuola.

Mi sono avvicinato a lui, era lì a festeggiare il compleanno del padre, e abbiamo chiacchierato per un po’. E’ partito subito dopo la laurea per Milano dove fu assunto da una multinazionale. Successivamente si è “avvicinato” e ora lavora a Roma.

Quando gli ho parlato del lavoro che faccio mi ha detto che sono una persona dolce ed è il lavoro giusto per me. Lo ha ripetuto ancora dopo un po’.

La cosa mi ha lasciato sorpreso, mi riferisco al fatto che lui mi ritenga una persona dolce.

Mi ha detto che mi vede cambiato poco dopo tutti questi anni, lui si sente molto invecchiato. In effetti ha perso quasi tutti i capelli.

Quando sono tornato al mio tavolo mia sorella ha scherzato sul fatto che lui sembra mio zio non un coetaneo.

Human touch

I contatti continuano.

Succede ogni volta che vado da lei in reparto, parlo di Maria. Lei mi si avvicina. Di solito preme il suo braccio o la spalla contro la mia.

Mi sembra che abbia necessità di un contatto fisico.

Non mi ci abituo e non capisco. Mi adeguo.

Feeling good

Anche la visita medica di ieri ha prodotto lo steso risultato: va tutto bene.

Così ho passato un’altra giornata nel capoluogo lombardo. A dire il vero ci sono stato solo 12 ore, sono arrivato alle 7 del mattino e ripartito alle 7 della sera.

Questa volta ho visto l’opera di Cattelan che sta in piazza degli Affari. Non ci ero mai stato anche se centralissima. Meno male che questa volta me ne sono ricordato.

Ho anche visitato la mostra di Van Gogh che non è stata di mio gradimento.

Alla prossima!

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