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Archivio per il tag “intorno alle donne”

Speaking words of wisdom

Ieri sera ho incontrato Flora. Lei stava guardando la vetrina di una gioielleria e io stavo concludendo la mia passeggiata serale. Ho esordito dicendo che ci vedo ancora discretamente se son riuscito a riconoscerla a colpo d’occhio. Di solito ignoro le persone per strada.

Siamo andati a scuola insieme per 5 anni alle superiori. Sono passati 40 anni da allora.

Abbiamo chiacchierato per una ventina di minuti. Direi che io ho parlato per una ventina di minuti. Lei ha riso tanto. Ho approfittato per dirle che il giorno del suo compleanno penso sempre a lei anche se poi gli auguri non glieli faccio.

In venti minuti ho pronunciato le parole che di solito dico in sei mesi. Ecco, con la persona giusta tendo a diventare logorroico.

Alla prossima.

Shame

Ogni giorno accadono cose terribili che mi fanno vergognare di essere uomo.

Non basta dire che io non l’ho mai fatto o non l’ho mai pensato. Non basta.

Ho un senso di impotenza a pensare che certe accadono e non fare nulla per evitarle, quando è possibile.

So da qualche giorno che ci sono problemi nella coppia che è venuta ad abitare al primo piano, quelli che hanno un bimbo piccolo, proprio loro. Litigano rumorosamente e lei è andata dalla vicina a sfogarsi. Lui la maltratta. Lei non lavora. Lui ha la barbetta e la faccia del bravo cristiano. Lei vuole cambiarlo.

Mi vergogno di non aver fatto ancora nulla. Non si può non fare nulla, sentirò i vicini per aggiornarmi sulla vicenda. Mi sembra il minimo.

Prima che sia tardi.

Human touch

I contatti continuano.

Succede ogni volta che vado da lei in reparto, parlo di Maria. Lei mi si avvicina. Di solito preme il suo braccio o la spalla contro la mia.

Mi sembra che abbia necessità di un contatto fisico.

Non mi ci abituo e non capisco. Mi adeguo.

Millenials

Nel magazzino c’è una notevole rotazione di personale, sono molte le donne a lavorare per brevi periodi e poi sparire, altre sono lì da sempre. O quasi.

Tra le più giovani e comunque più longeve, c’è una simpatica ragazza nata in Romania. Già per il fatto di avere 27 anni e non avere ancora un figlio o un compagno la distingue dalle sue conterranee che frequentano quel posto. Rappresenta un’eccezione.

Preferisce il silenzio e la solitudine, durante la pausa sta da una parte senza parlare con le colleghe. Nonostante orari massacranti ha trovato tempo di frequentare la scuola serale e nel 2024 dovrebbe sostenere l’esame di stato per il diploma di ragioneria (che non si chiama più così). Sogna di frequentare l’università.

p.s. La madre si è separata da suo padre e poi ha sposato un altro tipo con cui ha avuto altre due figlie. Ha sbattuto fuori anche questo. Ho conosciuto questo secondo uomo. Uno che ha ammesso qualche anno fa di spendere 200 € al mese in alcol e altri 200 € in sigarette. E’ stato allontanato di qua per essere arrivato al lavoro ubriaco diverse volte.

Don’t speak

Sono andato al supermercato stamattina. A piedi.

Oltrepasso le porte scorrevoli, guardo a destra verso le casse, dove le persone raccolgono i prodotti acquistati e li infilano nelle loro sporte.

C’è Lucia in fila. La guardo. Lei mi guarda. I nostri occhi in contatto diretto. Lei impassibile.

Vado oltre, entro nei corridoi. Prendo la cosa che mi serve e vado alla cassa.

La vedo che sorride e chiacchiera con il cassiere. Non mi guarda. La seguo con lo sguardo nel parcheggio. Incontra una collega, l’abbraccia e la saluta. Poi sale in auto e va via.

Fine.

Touch me

Al mattino vado in magazzino appena arrivo in azienda. Passo a salutare Maria.

In base ai suoi impegni mi dice se ha tempo per un caffè. Stamattina ne aveva e siamo andati insieme prenderlo.

Mentre lo sosreggiava mi ha detto di avere una gamba gonfia. Mi ha mostrato la coscia destra e ha detto di vederla gonfia rispetto alla sinistra, di essersene accorta mentre faceva la doccia.

Ha toccato la parte e mi ha invitato a fare lo stesso.

Non volevo dirle che non sono medico, ho toccato la coscia poco sotto l’inguine. Lei indossava dei leggins.

Ho passato le dita sulla parte gonfia, su e giù tre o quattro volte. Una bella sensazione.

Poi abbiamo parlato delle possibili cause per un po’.

Ho saputo affrontare la cosa con apparente distacco e senza trasudare emozioni. Ha fiducia in me e forse sospetta doti taumaturgiche.

Crowned

Dalle mie parti, come un po’ ovunque, almeno al Sud, c’era l’abitudine di dare il nome alle bimbe con uno dei sostantivi attribuiti alla Madonna, di solito in base ai luoghi di apparizione.

Così esistono donne che si chiamano Incoronata, Sterpeta, Ripalta, Valleverde e così via. Questo per quel che riguarda, a titolo esemplificativo e non esaustivo, un angolo della Puglia, Campania e della Basilicata.

C’è una Incoronata che conosco e che nei ricordi di bambino frequantava il liceo classico.

Oggi ho avuto la notizia che dal primo ottobre è in pensione. Dopo aver avuto tre figlie e alcuni nipoti.

Questo è uno dei classici casi in cui ci si rende conto di come vola il tempo.

Do it again

Oggi no. Non ho voglia di raccontare, non ho voglia di scrivere.

Ho lavorato stamattina e le colleghe mi hanno invitato a pranzare con loro.

Tutte cose fatte in casa. C’era la bruschetta di base e poi peperoni, ‘nduja sul fornellino, olive, melanzane sottolio, formaggio, marmellata di peperoncino, pomodorini, salumi vari. Dell’ottimo vino locale. Per finire una fetta di torta diplomatica. Mi sono saziato. Di cibo.

Maria di fronte a me che mi porgeva cibo. Ma faceva lo stesso con il giovane collega neoassunto.

Sazio, ma non di ciò che desidero.

Madame Bovary

Sto ascoltando l’audiolibro “Madame Bovary”, un testo che non avrei mai letto. Ho grandi aspettative su questa donna.

A proposito di donne. Non ho mai citato la collega Francesca. Ha 54 anni, portati male. Direi peggio.

Non per colpa sua, ma a me ricorda molto mia nonna. Ottantenne.

Simile forma del viso e stesse rughe sparse su volto e braccia. I soli lembi di pelle che vedo.

Ha il pallino della cucina. Sforna dolci di elevata fattura, cura l’aspetto estetico nei dettagli e la qualità è superiore a quella dei pasticceri che conosco.

Oggi ha deliziato me, e alcune colleghe e colleghi, con un pan brioche ripieno di funghi, salsiccia e scarola. Una favola! E per chiudere dei cannoli ripieni di sanguinaccio dolce. Eccellenti.

Mentre gustavamo le delizie da lei preparate, ho accennato al fatto che so dove abita e mi dice: “peché non vieni a trovarmi?”. Ho glissato descrivendo il piacere di gustare le sua prelibatezze.

E’ una persona estremamente gentile, pure molto pettegola.

Spesso invita colleghe a casa sua, per un caffè o solo per fare due chiacchiere. Lo scorso anno mi inviò decine di messaggi perché voleva darmi un dolce pasquale ma mi resi irreperibile. Avevo altri pensieri.

Mi è dispiaciuto. Dopo.

The doctor is in

Durante la pausa pranzo delle ragazze del magazzino accade spesso che qualcuna di loro venga allo sportello del mio ufficio per un saluto. Passano un po’ del loro tempo e mi raccontano qualcosa. Qualsiasi cosa.

Non sempre è di mio interesse il loro racconto, sono gentile con loro. Sorrido, faccio domande generiche, rispondo alle loro parole.

Per esempio, quando tornai ad agosto scorso, dopo alcuni giorni di assenza, una signora mi disse che le ero mancato. Sono rimasto senza parole, non sapevo che dire. Che lei non mi fosse mancata non potevo dirlo, ho solo ringraziato.

Oggi è stata la volta di una quasi trentenne che mi ha detto di come ha passato la serata e buona parte della notte a chiacchierare con un’amica, del fatto che sta mangiando tanta pasta, proprio lei che non l’ha mai apprezzata. La mangia a pranzo e pure la sera!

Devo avere un viso che ispira le confessioni. Solo alle donne.

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