Senza un minimo di rispetto mi hanno detto che sono un invalido al cento per cento, senza mezzi termini e senza preavviso.
Non l’ho presa molto bene, credevo di valere ancora un pochino. E invece no: invalido. Il massimo. Anche se non è una gara.
Cazzo.
Una boccata d’aria fresca per il mio umore.
Si può dimenticare di aver avuto un cancro? No. Non ci riesco.
A luglio scorso, durante la prima degenza forzata in casa, ho iniziato a guardare le vecchie serie di Law & Order. Sono partito dalla decima stagione, girata a fine secolo scorso.
Oggi sono alla ventesima, un po’ di attori sono cambiati. Il Tenente Anita Van Buren no. Lei è sempre al suo posto.
In questa ventesima serie ha scoperto di avere un tumore alla cervice uterina. Pure lei. Si cura, e piange.
Si sta sottoponendo anche lei alla radioterapia. Io la farò tra qualche mese ma mi sento partecipe. Guardo lei e mi viene da piangere.
Meno male che la ventesima è l’ultima serie. Non vorrei vederla morire.
Il pensiero è quasi fisso: quando ritornerà? Dove ritornerà?
E così perso in questa cosa stasera stavo per tamponare un auto proveniente da destra ad un incrocio.
Ho frenato d’istinto e ho evitato per poco l’incidente.
Presto arriverà il momento della terapia. E poi analisi e attesa.
Come un gatto con il topo: so che potresti tornare e ti aspetto.
E se non me ne accorgo? Vaffanculo.
Non ho mai brillato nell’immaginare il mio futuro. Non ho mai sognato né immaginato come sarebbe potuto essere.
Sarà stata apatia o pigrizia. Oppure orizzonti molto ristretti. Vivere alla giornata.
Continuo a non farlo. Non ci penso al futuro.
Dopo l’intervento lo sento limitato. Potrebbe finire tutto nel giro di qualche anno.
In fondo il tumore era peggio di quello che sembrava in un promo momento.
Chissà quali altre sorprese mi riserva la salute.
Vaffanculo.
intorno 