Tempus fugit, sciamanin
Ci ho messo otto mesi a capire cosa è cambiato rispetto alla mia vita precedente.
Questo, tanto per cominciare, rafforza il mio senso di rincoglionimento galoppante.
Ecco il frutto della mia riflessione: quando lavoravo in fabbrica stavo fuori casa poco più di otto ore. La comodità del lavoro in turni è questa. Nelle altre sedici facevo un sacco di cose!
Con l’attuale lavoro, invece, sto fuori di casa almeno dieci ore e quando rientro perdo tempo tra spuntini ipercalorici e cazzeggio inutile.
Mi mancano oltre due ore di tempo al giorno. Tutta là la differenza.
Tra la vita precedente e questa, intendo.
Ecco perché mi stava tutto più stretto, spiegato, finalmente, quel senso di non farcela mai mentre prima ce la facevo.
Mi sento un po’ Giggino e non è una bella sensazione.