Poche idee e confuse

La notizia che mi ha colpito sfogliando il quotidiano stamattina è stata quella sull’Amazzonia.

C’è stato un incremento di incendi del 26% rispetto allo scorso anno.

Ho imparato che c’è una tribù scoperta nel 1986 (ma loro ci sono da sempre) che non conosce il concetto di tempo. La traduzione del termine tempo, nella loro lingua, è “sole”, vivono alla giornata, letteralmente. Seguono il sole. Non hanno calendario.

Ho imparato pure che un ettaro di terreno rende sei volte di più se coltivato rispetto a quando rende se coperto da alberi.

Abbiamo importato oltre trecentomila tonnellate in un anno tra carne e soia in Europa.

Non si può essere ecologisti e avere avere a cuore il futuro del pianeta se si mangia carne ogni giorno.

p.s. il mese di luglio del 2020 è stato il più caldo mese di luglio di sempre sulla terra. L’altro ieri nella Death Valley in California la temperatura è arrivata a 54,4°, la più alta mai misurata. (da quando ci dilettiamo a misurarla)

Il terminator della porta accanto. Brevi considerazioni intorno all’intelligenza artificiale

La Tesla è un’azienda statunitense che produce auto. Non le solite auto.

La Tesla è leader mondiale nella costruzione di auto elettriche e a guida autonoma.

Il suo Amministratore Delegato della Tesla, che è uno che conosce bene la materia, ha lanciato un allarme: “I robot sono in grado di fare tutto meglio di noi. E intendo tutti noi. Rischiamo la dominazione. Continuo a lanciare allarmi ma, finché non vedranno i robot scendere in strada e uccidere qualcuno, le persone non capiranno. È troppo etereo”

A me un messaggio di questo tono mi angoscia profondamente. (fonte LaStampa.it)

Dal mio paesello la pericolosità dei robot non la percepisco. So, però, che tante attività umane sono gestite da computer e se da qualche parte uno di questi dovesse mettersi in testa, ops, nei chip idee bellicose, gran parte di noi avrebbero seri problemi.

Mi auguro che nessun dia alle macchine la possibilità di prendere coscienza di sé o di fare del male a noi esseri mortali ed indifesi.

Così sia.

Venezueliamo? Cronaca da un altro continente di una storia inverosimile

I venezuelani camminano sopra la più grande riserva di petrolio del pianeta. Ne hanno così tanto che potrebbe annegarli tutti.

Ma a loro serve acqua. Non c’è acqua in Venezuela. Soffono per la peggiore siccità che si ricordi a memoria d’uomo.

Potrebbero risolvere tutto con le bottigliette di acqua minerale ma hanno un altro problema, il settanta per cento dell’energia elettrica del Paese è prodotta da un’unica centrale idroelettrica che, senza acqua, non gira. (fonte corriere.it)

Stato dell’arte: per quattro ore al giorno la popolazione non ha energia elettrica, si ferma tutto dai frigoriferi ai bancomat. Per le prossime due settimane i dipendenti pubblici lavoreranno solo due giorni a settimana (!!!!), così si risparmia energia.

Auguri, fratelli. Io, intanto, mi sento baciato dalla fortuna.