Testa o croce
La democrazia diretta, su alcune materie, mi pare pericolosa.
Pericolosa quando si chiama il popolo sovrano a decidere di temi che non sono di facile comprensione e non semplificabili in un sì o no.
Non è praticabile la semplificazione della complessità riducendo tutto all’essere favorevoli o contrari ad un quesito.
Questo Parlamento ha votato a favore della riduzione del numero dei componenti. Alla Camera in maniera plebiscitaria, al Senato qualcuno si opposto, più per timore di essere tra gli esclusi che per altro.
Per l’ostinazione di alcuni di loro siamo chiamati al referendum. Manca un mese, il 20 e 21 settembre prossimo.
Non so con quale cognizione di causa voteremo noi tutti, con quale consapevolezza sul cosa implica il taglio del numero di sedie in Parlamento.
Era più economico fare a testa o croce.
Questo è l’unico referendum di cui ho sentito parlare tra gli italoargentini. Come al solito, non dovendoli mantenere loro, solo temono che ridurranno il numero di parlamentari che rappresentano gli italiani all’estero, per cui voteranno contro la riduzione. Altro dispendio di schede (che qui erano già arrivate poco prima che il Covid scoppiasse), per un risultato contro gli interessi degli italiani d’Italia. Non so se senti l’eco del mio sonoro vaff…