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omerico, isterico, generico, chimerico, clisterico

Archivi per il mese di “marzo, 2020”

Che anno è, che giorno é?

Io non ricordo più da quando siamo bloccati.

So che c’è stato un Decreto il 16 marzo, ma forse eravamo bloccati in casa da prima.

Potrebbe essere dal 10 marzo. Boh

Ma poi, alla fine, che differenza fa?

Intanto marzo è finito. Il viaggi di febbraio è sempre più lontano.

Almeno il buio si è ridotto e c’è più luce che fa bene allo spirito.

Restare in casa, tra divano e cucina, tra libri e pc, tra film e musica non mi basta mai.

Le strade vuote mi piacciono proprio tanto. Mi mancheranno un giorno.

Difficile stabilire quale giorno.

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Se mi lasci non vale

La collega tunisina non viene al lavoro da 15 giorni.

Ha chiamato me per dirmi della situazione.

Lei, intorno ai 50, ha sposato un uomo del mio paesello, intorno ai 70, con problemi di salute.

Non ci sono ancora casi di infezione ma lui le ha chiesto di non venire al lavoro perchè se il virus arrivasse in casa potrebbe avere seri problemi.

Anche questo è amore.

 

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La piccola isola felice

Il lavoro continua. Il virus sembra lontano, è solo in tv, su whatsapp.

Al netto delle mascherine e guanti e di certificazioni da portare con sè.

Il fatturato è cresciuto a due cifre nell’ultimo mese. Il mercato chiede.

Il timore è forte.

Il mio fruttivendolo ha chiesto su Facebook di donare cibo e denaro per una ventina di famiglie del paesello che sono alla canna del gas. La risposta è arrivata generosa, la protezione civile provvede a distribuire il tutto.

Fra un mese quante saranno?

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Brevi considerazioni intorno alle inesplorate potenzialità degli esseri umani

C’è stato un evento, alcuni anni fa, che mi ha colpito e stupito. Ne ho scritto all’epoca.

In questi giorni è tornato alla mia mente.

Ci sono persone che, per mettere fine alla propria vita, saltano giù dal Golden Gate Bridge a San Francisco.

Venivano pubblicate statistiche a riguardo.

Quando si fu prossimi alla cinquecentesima vittima, le persone andavano al ponte indossando una maglietta con la scritta “500” e si buttavano nel vuoto.

Fu così che molto prima di arrivare a mille sospesero ogni comunicazione a tal riguardo.

Meditiamo.

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Panico

Scadenza al 31 e panico a 1000. Giusto per stemperare l’ossessione del coronavirus.

Un tempo mi esaltava cercare gli errori. Quando due numeri, risultato di calcoli fantascientifici, dovevano coincidere, e così non era, mi divertiva cercare il motivo.

Adesso no.

Non riesco ad immaginare da cosa possa dipendere. Non me ne aspettavo tante di differenze e non ho alcuna idea del perchè.

Non so che pesci pigliare e non ho voglia di prenderne.

So che martedì è il termine ultimo.

Non so come ci arrivo.

 

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Dopo

Ho letto diversi articoli sui quotidiani e ascoltato interviste di persone che parlano di come si comporteranno dopo tutto questo.

Hanno imparato in queste due o tre settimane di eventi.

Ho paura che siamo ancora nel mezzo del tunnel. La luce in fondo non si vede. Abbiamo avanti ancora mesi e mesi di emergenza.

Dopo l’emergenza sanitaria, che non sarà scongiurata fino alla scoperta di un vaccino perché fino ad allora ci sarà sempre il rischio di nuove infezioni, ci sarà un’emergenza economica profonda e segnante.

Per rialzarsi ci vorranno anni. Abbiamo ancora tanta sofferenza da vivere avanti a noi.

Ne impareremo ancora di cose per il dopo.

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Non esistono più le mezze stagioni

Uno dei miei più fermi convincimenti, dalla nascita, è che la primavera inizia il 21 marzo.

Un dogma. E’ così dalla notte dei tempi.

Questo credevo io.

Stamattina mi sveglio e leggo che l’equinozio è stato ieri.

La primavera è entrata ieri.

Ma che cazzo, avvisatemi. Dovrò rivedere tutto quello in cui credo.

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Siam pronti alla morte!

C’è un certo lavoro che faccio ogni mese. Sempre il solito.

Stamattina, radendomi, mi sono messo a pensare a cosa sto facendo in questi giorni in ufficio. Se avessi dimenticato qualcosa. Ho dimenticato qualcosa.

Ho saltato quella procedura. Sono andato avanti come se niente fosse, sono passato alla fase successiva ignorandola.

Non è morto nessuno, si rimedia.

Mi spaventa questo mio dimenticare una cosa di routine.

Io mi spavento di me. E sta succedendo sempre più spesso.

Il virus non mi spaventa. Mi spaventa che possa colpire i miei genitori.

Non riesco a preoccuparmi di me. Se deve essere sia. Mi proteggo. Non drammatizzo.

Sono solo stanco di vivere.

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La lontananza sai, è come il vento

C’è un atmosfera spettrale al paesello, soprattutto di sera. Strade vuote. Pulite e vuote.

Solo qualche auto in giro, meno che prima del coronavirus ma tante, secondo me.

Vado a fare la spesa e vedo al massimo due o tre persone, lontane.

Il mio mondo lo vorrei così. Vuoto. Minimalista. Contenuto.

Pace.

Toni bassi. Ovunque.

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P.S. Sono profondamente addolorato per quanti stanno soffrendo per ragioni di salute e per problemi economici, è un onda che non lascia e non lascerà indenne nessuno. Nessuno.

Mi preparo al peggio.

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Don’t stand so close to me

I Police avevano capito tutto già quaranta anni fa.

La figlia del gran genio del mio amico, rientrata di notte prima del blocco in Lombardia, non si sente bene. E’ chiusa in casa da allora.

Ma i genitori no.

Il fratello della ragazza, mentre tornavo a casa dal lavoro, l’ho visto in bici con gli amici.

Speriamo bene.

Per loro. Per tutti.

 

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